Scritto da: Tommaso Macelloni - Categorie: tecnica

Scala maggiore su corda singola: tecnica e sviluppo melodico

Una serie di esercizi applicati alla scala maggiore su corda singola per migliorare visualizzazione orizzontale, tecnica, timing, tocco personale e sviluppo melodico.


Ci sono sicuramente varie strategie di approccio allo studio della scala maggiore sulla chitarra, tuttavia il sistema che vado a proporvi in queste righe è probabilmente il più semplice, logico ed efficace che possiate sperimentare. Mediante l’utilizzo di mini pattern e meccanismi gestuali applicati alla scala maggiore su corda singola, andremo a lavorare su alcune aree fondamentali: visualizzazione orizzontale, tecnica, timing, tocco personale e sviluppo melodico. 

Quando si parla di approccio allo studio della scala maggiore, vengono subito in mente i vari sistemi di visualizzazione più utilizzati, ovvero il CAGED, le scale a tre note per corda, le forme late e chi più ne ha più ne metta, tutto fantastico e tutto giusto. Tuttavia, dopo tanti anni di didattica posso dire quasi con certezza che uno dei sistemi migliori, è quello di iniziare a lavorare su corda singola, in orizzontale, su tutto il manico. 

Mini pattern, meccanismi gestuali ottenuti da formule numeriche, alternate picking e legato, saranno gli ingredienti che ci consentiranno di affrontare questo percorso un pò diverso dal solito, il cui fine è quello di ottenere un buon orientamento su tutto il manico, una gestione tecnica ottimale, un buon controllo del suono, del tocco personale e lo sviluppo di nuove cellule melodiche utili al fraseggio.


I mini pattern

Con questo termine indichiamo l’area della tastiera dove svilupperemo i nostri primi meccanismi gestuali. Un mini pattern è un frammento scalare di sole tre note, su una sola corda, che nel caso di una scala maggiore potrà avere tre sole varianti: Tono - Tono, Tono - Semitono, Semitono - Tono. Vediamo i seguenti diagrammi:

Mini pattern tono tono
Mini pattern tono semitono
Mini pattern semitono tono

Diteggiatura

La diteggiatura che consiglio dovrebbe seguire lo schema indicato in questa tabella: 

Diteggiature

Meccanismi gestuali  - Formule numeriche 

Attribuendo un numero ad ogni nota del mini pattern andremo ad ottenere una sequenza base che potrà essere a sua volta modificata in sei diverse sequenze (o cellule melodiche) che andranno a definire i nostri meccanismi gestuali. Vediamo la tabella seguente: 

Meccanismi gestuali

Ecco la trascrizione delle sei cellule melodiche sviluppate sul mini pattern Tono - Tono con due diverse tecniche esecutive, sulla prima corda al quinto tasto. Trattandosi di tre note la divisione ritmica più naturale sarà la terzina di crome. Eseguite quattro ripetizioni per ogni cellula con la tecnica dell’alternate picking e successivamente con il legato, in modo tale da prendere confidenza con le varie sequenze. Applicate successivamente le cellule anche ai mini pattern Tono - Semitono e Semitono - Tono. Inutile in questa sede sottolineare l’importanza dell’utilizzo del metronomo. 

Meccanismi plettrata alternata
Meccanismi legato

Scala maggiore su corda singola  - Visualizzazione orizzontale 

Vediamo ora lo sviluppo dei mini pattern applicati alla scala di DO maggiore. Partiamo dal primo tasto, seconda corda. Come potete osservare nel seguente schema i pattern si susseguono per intervalli diatonici di seconda all’interno della scala e coprono tutta la tastiera. 

Visualizzazione scala maggiore seconda corda - 1
Visualizzazione scala maggiore seconda corda - 2

Applicazione meccanismi su scala maggiore

È arrivato il momento di applicare i meccanismi gestuali alla nostra scala maggiore. L’esercizio consiste nell’utilizzare la sequenza numerica di base  1 - 2 - 3 prima in alternate picking e successivamente in legato, effettuando quattro ripetizioni per ogni mini pattern iniziando dalla nota DO al primo tasto, seconda corda, fino ad arrivare all’ottava superiore, spostando i mini pattern diatonicamente per intervalli di seconda, sia in direzione ascendente che discendente. La trascrizione che segue chiarirà meglio quanto descritto: 

Applicazione meccanismi scala maggiore 1 - 2 - 3

Una volta che l’esercizio sarà consolidato e sentirete di averne il pieno controllo, potrete passare ad applicare le altre formule numeriche, ottenendo così un nuovo sviluppo melodico della scala ed una nuova gestualità. È molto importante riuscire a mantenere la diteggiatura corretta del mini pattern, soprattutto durante lo spostamento in orizzontale sul manico. Cercate inoltre di evitare glissati fra un passaggio di posizione e l’altro. Ecco un altro esempio in trascrizione, stavolta la numerazione utilizzata è la 2 - 1 - 3: 

Applicazione meccanismi scala maggiore 2 - 1 - 3

Risoluzione del mini pattern

Un aspetto molto importante riguarda la risoluzione del mini pattern, in quanto ognuna delle tre note che lo compongono può dare una diversa direzione melodica al fraseggio, dunque una differente sonorità in relazione ad un determinato contesto armonico. Ecco alcuni esempi di risoluzione del mini pattern con diverse formule numeriche, fondamentale anche in questo caso rispettare scrupolosamente la diteggiatura e utilizzare il vibrato sulla nota di chiusura.

Risoluzione meccanismo 1 - 2 - 3
Risoluzione meccanismo 2 - 1 - 3
Risoluzione meccanismo 3 - 1 - 2

Adesso possiamo estendere il concetto. Ecco la scala di DO maggiore sviluppata su ogni corda, in orizzontale, su tutta la tastiera: 

Scala maggiore orizzontale su 6 corde

Come continuare...

Dopo aver praticato sulla seconda corda non vi resta che fare altrettanto sulle altre. Basterà iniziare dalla prima nota utile sulla tastiera che ogni corda ci offre rispetto alla scala di DO maggiore e sviluppare le varie formule come già spiegato in precedenza. Noterete che i mini pattern si susseguono sempre nella stesso ordine e questo vi consentirà di orientarvi al meglio e con maggior sicurezza. Questo, come già detto, è quello che considero l’approccio più semplice, logico e naturale allo studio della scala maggiore. 

Infatti molto spesso si tende a studiare da subito i box in verticale, ma questo a mio avviso potrebbe essere controproducente. La realtà è che se invece iniziate così, in orizzontale su corda singola, dopo un po’ di tempo le scale in verticale si materializzeranno da sole, e a quel punto però avrete già sotto le dita la giusta tecnica, il giusto suono, una visualizzazione svincolata dalla posizione e soprattutto avrete cellule melodiche spendibili nelle vostre improvvisazioni. Tutto questo non è che un piccolo assaggio rispetto alle infinite possibilità applicative che questo sistema di studio offre, lo vedremo meglio in altri articoli qui su Guitar Prof.


Considerazioni e consigli finali 

Cercate di vedere questi esercizi come un investimento a lungo termine, niente arriva in breve tempo nello studio di uno strumento, ma se riuscirete ad inserirli in una routine di pratica quotidiana (ipotizzo almeno 40 min per tecnica esecutiva, alternate picking e legato in questo caso) ne trarrete grandi benefici in termini di controllo dello strumento, tocco, suono, visualizzazione, conoscenza della tastiera, fraseggio. Considerate inoltre che mi sono limitato alla sola scala maggiore, ma il concetto può essere esteso a qualsiasi sistema scalare. 

Consiglio di utilizzare un suono non troppo distorto e comunque dinamico durante le sessioni. Per lavorare al meglio sul tocco eviterei per quanto possibile di studiare collegati a plug-in o sistemi digitali. Anche se il livello di queste apparecchiature ormai è elevatissimo, niente può sostituire la risposta di un buon amplificatore, come ad esempio un valvolare a basso wattaggio, da 1 a 5 Watt, o anche un transistor di qualità (io studio da anni con un combo Hughes & Kettner Edition Blue 60 a transistor ed è perfetto, almeno per me). 

Utilizzate sempre il metronomo, scegliete un bpm comodo per voi, che vi consenta di non fare errori, la velocità per il momento non dev’essere il vostro obbiettivo, e sperimentate plettri di diverso tipo, forma e materiale. Infine provate ad applicare il tutto su delle backing track, iniziando da DO maggiore (modo ionico) per poi passare ai relativi modi (RE dorico, MI frigio, FA lidio, SOL misolidio, LA eolio, SI locrio). Avrete così chiara la sonorità che ogni sviluppo melodico vi può offrire in relazione ad un diverso contesto armonico. 

Non mi resta che augurarvi buon lavoro, un saluto e alla prossima. 

fine
Tommaso Macelloni -