Cos'è la musica modale? Quali sono le differenze tra l'armonia modale, quella tonale e il blues? Cosa si intende per tonalità? Alcune considerazioni di carattere generale per cercare di capire questi concetti alla base dei vari sistemi armonici.
Tre sistemi armonici
Per dare una visione di un quadro generale per riguardo l'armonia, la divido in tre macro-aree. Una riguarda la musica modale, cioè quella facente capo ai modi. Abbiamo poi la musica tonale, cioè quella caratterizzata dalle progressioni di accordi. Per ultimo colloco il blues, un mix di armonia modale e tonale a cui si sommano altri elementi, come per esempio quelli derivanti dalla musica africana o orientale.
Questi tre sistemi non sono compartimenti stagni, ma hanno delle aree in comune.

Cercherò di spiegarvi in modo sintetico - e il più semplice possibile - le caratteristiche di questi mondi armonici, le loro differenze e i loro punti di contatto. Inizierò dall'armonia tonale.
L'armonia tonale
L'armonia tonale è forse la più facile da spiegare e comprendere. Si basa fondamentalmente sulle progressioni armoniche - cioè sui giri di accordi - e sulle cadenze. Alla base della musica tonale c'è il concetto di tonalità.
La tonalità è un sistema di organizzazione dei suoni che si basa su una gerarchia dipendente dal grado di stabilità o tensione che le note sviluppano tra loro. Il perno di questo sistema è la tonica.
Suonando più note insieme formiamo gli accordi, che poi utilizziamo per realizzare le progressioni armoniche, cioè i giri di accordi come per esempio il giro di DO:
||: C | Am | Dm | G :|| C ||
o una cadenza in LA minore:
||: Am | Am | Dm | E :|| Am ||
In queste progressioni si formano dei percorsi che portano dagli accordi più instabili - tensione - a quelli più stabili - risoluzione. Il classico esempio è la cadenza perfetta: G7 che risolve su C.
L'armonia modale
Quello sull'armonia modale è un discorso molto complesso, con mille possibili sfaccettature. Per non dilungarmi troppo metterò in chiaro solo alcuni punti, riservandomi di scrivere in futuro un articolo più approfondito a riguardo.
La modalità è fondamentalmente una tecnica compositiva, che può essere utilizzata in varie maniere.
L'armonia modale è una forma di organizzazione sonora che si basa su modi piuttosto che su una gerarchia tonale. A differenza della musica tonale, in cui tutto ruota attorno alla tonica e alla funzione dell’accordo dominante, la musica modale non stabilisce un centro tonale così forte, né utilizza le progressioni tipiche della tonalità funzionale (come II-V-I o I-IV-V). In pratica non si tratta di un giro di accordi che crea ciclicamente tensione e risoluzione, ma di un armonia - per così dire - più statica.
Il termine modo si riferisce a una scala con una certa disposizione di toni e semitoni, ognuna con un carattere distintivo. I modi più comuni derivano dalla scala maggiore (modo ionico) e sono: dorico, frigio, lidio, misolidio, eolio (cioè la scala minore naturale) e locrio, il più instabile tra questi.
Le caratteristiche principali dell'armonia modale
- Solitamente la musica modale è sorretta da un pedale o un riff di basso.
- Assenza di funzioni tonali forti: non c’è un V grado dominante che richiede una risoluzione al I grado.
- Stabilità su un accordo o una scala: spesso si rimane per lungo tempo su un solo accordo modale, esplorandolo melodicamente.
- Colori distintivi: ogni modo ha una "personalità" ben precisa, che può essere usata per evocare atmosfere particolari.
- Contesto armonico aperto: non si parla di progressioni tonali obbligate, ma di esplorazione orizzontale della scala.
Esempi di uso dell'armonia modale nella musica moderna
- Jazz modale: album come Kind of Blue di Miles Davis si basano su strutture modali, con brani come So What, costruito sul dorico.
- Rock psichedelico e progressive: molti brani usano i modi per creare atmosfere particolari.
- Funk: basandosi in gran parte su groove di basso su un pedale, il funk è pieno di esempi di musica modale, basti pensare a molti brani di James Brown.
L’armonia blues: una felice eccezione
L’armonia blues rappresenta un caso unico nella storia della musica occidentale. È una struttura ibrida, che sfugge alle regole dell’armonia tonale classica e allo stesso tempo non si può definire pienamente modale. Il blues infatti nasce da una sintesi originale di linguaggi differenti: musica tonale europea, tradizioni africane, influssi della musica orientale e pratiche vocali popolari afroamericane.
Tonica con la settima? Un paradosso solo apparente
Nel sistema tonale, l'accordo di tonica è per definizione stabile, risolutivo. Ma nel blues è spesso un accordo di settima di dominante (es. E7 in tonalità di MI), cioè un accordo teoricamente instabile, che vorrebbe risolvere da qualche parte. Questo crea un effetto di tensione sospesa, una caratteristica inconfondibile del linguaggio blues.
Accordi maggiori, melodia minore
Un altro aspetto unico del blues è l’ambiguità tra modo maggiore e minore:
- gli accordi - nel blues standard - sono generalmente maggiori (con la settima minore, p. es. A7)
- la melodia e le frasi soliste pescano spesso dalla scala pentatonica minore o dalla scala blues, che contiene la terza minore, la quinta diminuita e la settima minore
Questo contrasto è diventato una firma espressiva del blues, tanto da diventare una delle sue regole non scritte: non si suona “in maggiore” o “in minore”, si suona blues.
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Influenze extra-europee
L’origine del blues è legata alle work songs e ai canti spirituali degli schiavi afroamericani, che conservavano:
- una concezione modale della melodia (simile a quella della musica africana e orientale),
- l’uso di intonazioni variabili (microtoni, bending),
- una forte componente ritmica e ripetitiva, più vicina all’estetica tribale che all’armonia funzionale europea.
Una grammatica propria
Il blues non si studia “applicando le regole” dell’armonia classica: va compreso nei suoi meccanismi interni, che spesso si fondano su:
- progressioni fisse (come il classico blues a 12 battute),
- uso della dominante su tutti i gradi (I7, IV7, V7),
- assenza di modulazioni vere e proprie
L’armonia blues è un punto d’incontro tra linguaggi diversi, tra oralità e struttura, tra tensione e stabilità. È tonale, ma non del tutto; modale, ma non sempre; semplice, ma solo in apparenza. Ecco perché ogni musicista moderno dovrebbe studiarla a fondo: il blues è una scuola, una grammatica aperta, e soprattutto una fonte inesauribile di espressività.
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Conclusione: tre vie, una sola musica
Armonia tonale, modale e blues non sono semplicemente tre tecniche compositive diverse: rappresentano tre visioni della musica, tre modi di concepire la relazione tra melodia e armonia, tra stabilità e movimento. La tonalità ci offre un linguaggio funzionale, logico, costruito su progressioni e risoluzioni. La modalità ci invita a esplorare paesaggi sonori orizzontali, statici ma profondi. Il blues, infine, ci insegna che le regole si possono piegare, mescolare e reinventare.
Ciao alla prossima.