Trascrivere Charlie Parker è da sempre una grande sfida tecnica e ritmica. E' utilissimo per migliorare il nostro fraseggio jazz ed esplorare alcune importanti sonorità tipiche del bebop.
Trascrivere Charlie Parker è il pane quotidiano di molti musicisti jazz almeno per alcuni anni della loro carriera.
Considerato uno dei principali inventori dello stile bebop, Parker è forse il più influente musicista nella storia del jazz.
A partire dalla metà degli anni ’40, dopo l’incontro con Dizzy Gillespie e le collaborazioni con tantissimi altri musicisti divenuti poi stellari, inizia a forgiare il suo incredibile stile.
Si dice che durante una sessione di studio notturna, mentre suonava Cheeroke – celebre standard jazz – riuscì a comprendere cosa voleva tirare fuori dal suo strumento.
Iniziò ad usare in modo personale i cromatismi e le upper structures, ovvero arpeggi diatonici sommati agli accordi originali.
La sua intuizione geniale ci ha probabilmente regalato i successivi 50 anni di musica jazz con i suoi vari sviluppi.
In questo articolo analizziamo Scrapple From The Apple, brano di Parker del 1947.
Valuteremo come suonare il tema e come trascrivere ed imparare il solo.
L’importanza di trascrivere Charlie Parker
Sebbene l’operazione possa risultare ardua, trascrivere Charlie Parker offre diversi vantaggi.
Questi vantaggi possono essere espressi senza dubbio su un piano generale ma, come vedremo in seguito, saranno diverse le idee e le rielaborazioni specifiche.
Dal punto di vista generale, trascrivere Parker ci avvicina al modo corretto di posizionare ed ordinare ritmicamente le nostre frasi secondo i criteri bebop. Inoltre, siamo chiamati ad uno sforzo tecnico che allarga i nostri orizzonti chitarristici: vediamo meglio la tastiera e consideriamo meglio il rapporto note per corda.
Densità nota per corda
Il concetto di densità nota per corda offre varie possibilità di diteggiare una frase o un riff. Chiaramente disponendo più note su una singola corda, potremmo sfruttare lo sviluppo orizzontale e ed alcuni vantaggi in termini di legato o plettrata. La frase però potrebbe risultare scomoda per la mano sinistra o poco dinamica.
Disponendo le note della frase in senso verticale sulla tastiera, il rapporto nota per corda sarà più basso.
Trascrivere Parker, oltre che molti altri saxsofonisti, ci aiuta ad essere costantemente flessibile nella ricognizione e riproduzione tecnica delle frasi.
Dovremmo trovare sempre il giusto balance tecnico e dinamico: questo si traduce nel provare la stessa frase anche in 3 o 4 diteggiature diverse.
Il sax sulla chitarra: discreto e continuum
Trascrivere Parker ed altri illustri suoi colleghi è un’attività cara a molti jazzisti che si rispettino. Si tratta di una pratica trasversale tra studenti, insegnanti e talvolta anche amatori.
Nonostante trascrivere non è da considerarsi l’unica possibilità per migliorare il fraseggio, dal punto di vista chitarristico è una panacea per la tecnica.
La sonorità dei sax è carica di suoni legati, fluidi, repentini cambi di altezza e non tutto è sempre perfettamente dimostrabile.
Questo implica molto spesso una sorta di continuum sonoro, di tendenza a legare tutte le frasi in un'unica emissione di fiato.
Sulla chitarra, questo si traduce spesso in combinazioni di legato, sweep picking o slide.
Non mancano però, su entrambi gli strumenti, note chiaramente staccate e distinguibili: il discreto, appunto.
Questo distinzione è da tenere a mente spesso nello studio e nella comprensione ed esecuzione di certi frammenti di trascrizione.
Trascrivere Charlie Parker e l’Omnibook: ottave ed errori
Trascrivere Parker sulla chitarra è un’attività che deve tenere conto della ottave più comode sul nostro strumento.
Molto spesso, se prendiamo come riferimento le trascrizioni dei sassofoni, le ottave utilizzate risultano troppo basse per la chitarra. Bisogna però ricordare che le altezze della trascrizione del sax possono essere più comode in certi casi per quanto riguarda la lettura.
Nella trascrizione che offro di Scrapple From The Apple ho voluto usare le ottave reali nella quasi totalità del lavoro.
In un caso ho deciso di segnalare un’ottava più alta dove la scrittura più comoda centrava un passaggio difficile sul pentagramma.
Il confronto viene spesso fatto con l’Omnibook, il celebre libro di trascrizioni di molti temi e soli di Charlie Parker.
Questo lavoro ha avuto diverse edizioni a partire dal 1958 e non sono mancate le correzioni.
Parker è un universo complesso, controlliamo più volte anche con le nostre orecchie!
Scrapple From The Apple: il tema
Iniziamo a vedere il tema del brano. Suggerisco in ogni caso di impararlo su due ottave: può essere utile sotto diversi aspetti.
Nel caso in cui ci troviamo ad una jam o stiamo suonando con sax alto, l’ottava più bassa alla chitarra conferisce un tono scuro che si sposa bene con l’ottone del nostro collega.
Si tratta di una prassi jazzistica molto usata negli anni.
Imparare il tema all’ottava in cui lo suona realmente il sax, è un’operazione che rende la nostra esecuzione più aderente a quella del sax. Inoltre, elemento da non trascurare, ci fa esplorare ancora meglio il nostro strumento.
Ecco la prima frase del tema:
Come vediamo la frase è costruita principalmente intorno ad un arpeggio di Gmin7. Anche la seconda parte è giocata sulla stessa posizione che poi va a concludere sull’and of four sulla b9 del C7.
Vi segnalo la posizione del secondo rivolto della triade di Gmin o della quadriade di Gmin7 per focalizzare meglio la posizione.
Molto interessante l’uso dei semitoni: nel primo caso il F# è di approccio al G nel secondo caso il Bb torna alla nona A.
Ricordate di provare anche all’ottava bassa
Qui di seguito vi presento la stessa frase iniziale del tema ma un’ottava sotto.
Trascrivere Parker vuol dire, come abbiamo detto, cercare di tirare fuori tutte le nuove idee che ci possono tornare utili in campo improvvisativo. In questo caso, a differenza dell’esempio precedente, vi segnalo lo stato fondamentale del Gmin7 come figura principale della frase.
Probabilmente il ritorno dell’arpeggio di Gmin7, nella terza battuta, verrà molto comodo in sweep picking.
Attenzione alla diteggiatura: data la posizione potrebbe essere più comodo spostare leggermente la mano ed usare 3 dita omettendo l’uso del mignolo. Il dito anulare ha un bel lavoro da compiere sulla due frasi, specialmente in termine di tocco e dinamica. Credo però che in questo modo sia più efficace dare swing alla frase.
Vi invito in ogni caso a provare ad utilizzare anche il dito mignolo dove possibile.
Trascrivere senza farci dominare dalla chitarra
A volte può capitare che, data la nostra voglia di completare la trascrizione o suonare le note che “abbiamo capito”, che ci abbandoniamo alla comodità a discapito dell’ascolto.
Mi sono reso conto, non subito, di come Charlie Parker sia solito a richiamare alcune note definendole in modo netto con la sua emissione di fiato. All’inizio le suonavo semplicemente legandole.
Invece l’attacco della frase su C7, ma ancora di più quella su Bb7 sembrano più fedeli se suonato con un attacco netto sulle note corde.
Sono le frasi cromatiche successive, e le frasi corte cromatiche in generale, a suonare meglio utilizzando la tecnica del legato.
Le due ripetizioni della sezione A del tema si concludono con una interessante cellula conclusiva.
Imparatela!
Sarà sempre di grande aiuto pensare a cellule simili in vari contesti.
Una sezione B improvvisata
Solitamente la B del tema di Scrapple From The Apple è improvvisata. Capita durante i concerti e durante le jam sessions.
Probabilmente questo avviene perché lo stesso Charlie Parker ha eseguito diverse versioni della sezione B senza mai mantenerne una ufficiale. Inoltre, è davvero evidente il cambio di mood: in contrapposizione alla sezione A scritta perfettamente e con delle cellule molto chiare e ripetute, sembra che nella B Parker voglia dare subito sfoggio della sue qualità di funambolo.
Vi avviso: sarà dura trascrivere Parker qui!
Nella trascrizione che vi fornisco ho deciso di scrivere le note di quasi tutta la sezione B all’ottava più bassa.
Questo espediente rende più chiara la lettura di alcune frasi molto complesse e particolarmente dense.
Sulla TAB, invece, sono riportate le diteggiature in suoni reali, ovvero come le sentiamo nel disco.
La prima frase della sezione B
Nella sezione che segue troviamo vari punti salienti del fraseggio di Charlie Parker. Si tratta di una delle zone più complicate di questa trascrizione. Facciamo attenzione.
Guardiamo la prima frase con cui attacca la sezione B.
Si tratta di II V I che cade sull’accordo di D7. Ho trovato più comodo eseguire il gruppetto del primo passaggio utilizzando 2° e 3° dito.
Solitamente questo atteggiamento rende più pratica l’esecuzione e ci fa pensare ai grandi chitarristi come Wes che avevano un rapporto molto bluesy con la chitarra.
Utilizzare il mignolo e l’anulare per iniziare la frase è un ottimo esercizio ma potrebbe rendere la frase meno dinamica e comprimere la mano eccessivamente. Magari a voi viene meglio, invece. Provate!
I cromatismi ascendenti sul D7 non sono riportati nella trascrizione dell’Omnibook, ma senza questo passaggio sento spesso che manca qualcosa.
Il difficile di trascrivere Charlie Parker: sedicesimi ed altro
Nella seconda parte della sezione B vi è una delle frasi più difficili dell’intera esecuzione.
Il difficile di trascrivere Charlie Parker in questo caso sta sia nella comprensione effettiva della frase che nella scelta tecnica di densità nota per corda.
Ho fatto diversi tentativi, studiando con diverse chitarre, valutando i pregi e i difetti di varie soluzioni.
Ricordiamo che Parker, oltre ad avere un controllo incredibile, suona uno strumento che in questi casi ha molti più vantaggi di una chitarra.
Sarà nostra cura cercare di rimbalzare ritmicamente nei punti giusti: cogliere specialmente il battere del 4° movimento.
Inoltre dobbiamo trovare il modo di non stressare troppo la mano con movimenti incontrollabili.
La frase inizia in sedicesimi sul levare del primo 2° movimento.
Non è facile da sentire subito e vi consiglio caldamente di studiare molto lentamente questo passaggio.
Ho provato in vari modi, addirittura tentando diteggiature 4 note per corda, fino a quando ho trovato una soluzioni più comoda possibile per me.
Sfrutto la diteggiatura di una scala di D dorico in posizione stretta fino alla nota E con un importante accorgimento. Ovviamente può essere pensata come una diteggiatura della scala maggiore di C.
Dalla nota A in poi avviene un raddoppio, una sorta di incredibile accelerazione, che cerco di rendere con una plettrata per corda fino ad arrivare alla nota E sulla prima corda che ristabilisce il flusso di sedicesimi.
La quartina del 4° movimento è suonata usando, anche in questo caso, solo 3 dita. Si crea una sorta di rimbalzo tra il dito indice sulla nota E, sulla prima corda, ed il dito anulare sulla nota D, sulla seconda corda.
Questa movimento elastico rende agibile il passaggio per chiudere verticalmente la frase quartale discente G-D-A.
Un esempio di sostituzione diatonica tipica di Parker
Giunti a questo punto è mio dovere segnalare un aspetto tipico dello stile di Parker. Si tratta di suonare delle sostituzioni diatoniche per evidenziare le estensioni degli accordi.
La cosa molto importante è quella di poter assimilare questa abilità e poterla rendere semplice ed automatica ovunque.
Su questo II – V formato da Gmin7 e C7, Parker sceglie spesso di suonare un arpeggio ascendente di Emin7b5. E’ una scelta strategica.
Possiamo interpretarlo in due modi complementari:
1) rendere il Gmin7 come Gmin6; 2) dato che spesso IImin7 e V7 vengono pensati come un’unica entità, il Emin7b5 si sposa benissimo con il C7: esprime in realtà la sonorità di C9.
La terzina di Emin7b5, infatti, cade infine sulla nota D in battere.
Trascrivere Charlie Parker vuol dire non essere superficiali neanche su queste piccole informazioni utili e trasportabili.
Lo stesso Parker userà spesso questo trucco durante tutto il solo.
Il solo di Parker
Dopo la conclusione del tema, Parker inizia subito la sua meravigliosa improvvisazione. Ci sono due aspetti da segnalare nelle prime frasi del solo.
In primo luogo, Parker inizia il solo con un arpeggio di Gmin ma con la settima maggiore subito in battere. Spesso si può usare questo F# in levare come approccio cromatico, ma in questo caso è usato con grande forza e gusto sul tempo forte.
In secondo luogo, sulla frase successiva troviamo nuovamente una sostituzione che si somma al sound dell’accordo reale.
Su C7, viene suonato un arpeggio di Bbmaj7 che sprigiona dunque la sonorità di C13.
L’arpeggio di Bbmaj7 è spezzato i due parti: una triade discendente in sedicesimi e la sua caduta successiva sulla nota A.
Verticale e orizzontale – Due pensieri sulla tecnica per trascrivere Charlie Parker
Come si vede nella frase subito successiva, ho deciso di sviluppare la non facile frase su Gmin7 in senso orizzontale. Ho distribuito le note tra la seconda e la terza corda sfruttando il senso orizzontale per eseguire dei legato con 3 o più dita, combinandoli con degli slide.
Nel caso della frase precedente in cui bisogna suonare il Bbmaj7 su C7, invece, lo sviluppo è quasi tutto verticale. Anche l’inizio del solo, con l’arpeggio di Gmin che parte dal F# e la successiva conclusione, presentano uno sviluppo verticale sulla tastiera.
Questo indica come le due principali direzioni utili da conoscere ed utilizzare per trascrivere Charlie Parker sulla chitarra sono queste due riportate:
1) una direzione orizzontale che ha, nelle sue caratteristiche tecniche, un utilizzo più probabile di legato e o plettrate alternate.
2) una direzione verticale, quasi a suonare della posizioni accordali semplici o complesse. Spesso anche di una sola nota per corda o con combinazioni di 1 e 2 note per corda. Questa direzione implica l’uso di una plettrata molto più improntata allo sweep picking o all’economy picking, oltre che il sempre utile legato ove necessario.
Un caso di sviluppo verticale interessante
Si tratta della conclusione della seconda sezione A proprio sull’accordo di tonica Fmaj7.
Sul secondo movimento della battuta si trova una quartina di sedicesimi che esprimo verticalmente con una forma accordale decisamente moderna. Si tratta di un Fmaj6/9 che poi risolve con due note decisamente forti: la fondamentale e la quinta.
In questo caso è quasi d’obbligo usare lo sweep picking anche se lascio aperta la scelta sull’ultima plettrata.
Preferisco essere elastico, non ho ancora scelto quale sia la mia preferita.
Nel primo caso troviamo l'esempio con 4 note nello stesso verso in sweep picking.
Nel secondo caso, anche se meno didattico ma decisamente musicale, sono solo 3 le note che vengono eseguite in downstroke all'inizio di questa frase veloce. Non è mai detta l'ultima parola nemmeno sull'ultima plettrata. Vi consiglio di provare in entrambi i modi e scegliere la soluzione per voi più comoda.
Trascrivere Charlie Parker vuol dire ripetere le idee
Lo stesso Parker molto spesso ripesca le sue stesse idee, come in altri casi avviene con grandi del Jazz come Coltrane, Sonny Rollins, Paul Desmond, ecc.
Sul II – V Gmin7 – C7, che si incontra diverse volte durante la progessione, Parker sceglie sempre delle idee simili.
Come detto in precedenza, spesso vi è un uso del semidimunuito sulla sesta dell’accordo minore, trilli, acciaccature, ecc.
Sembra come se stesse riorganizzando di volta in volte la stessa materia: in effetti fa proprio così. Teniamolo a mente. Evidentemente non si tratta di un espediente banale, ma molto pratico e utile dal punto di vista fraseologico.
Studiando in questo modo, interiorizziamo sia questa capacità che nuovi frammenti di visualizzazione sullo strumento.
Probabilmente il secondo rivolto di Gmin sul set medio-acuto, alcuni sviluppi verticali di arpeggio e i legato in senso orizzontale, sono il lascito tecnico-armonico più importante di questo solo.
Tecnica. Contare, Respirare, Aspettare.
Ecco un altro dei passaggi più complicati del solo. Onestamente non voglio ritenerli tra i più rappresentativi. Non è davvero importante imparare a fare questi passaggi dal punto di vista fraseologico o melodico. Si tratta, piuttosto, di una grande sfida tecnica e – nel caso di chi insegna – una forma di rispetto e senso di indagine per la tecnica di chi si trascrive.
Molto spesso può accadere di approssimare questa esecuzione, accelerare, perdere il senso della frase.
Dovremmo invece cercare di tirare indietro, nel senso jazz di lay back: ovvero cercare di spalmare ritmicamente la frase con un mood leggermente più lento e con groove.
Miles Davis era un maestro in questo.
In questo passaggio uso degli espedienti simili al passaggio veloce nella B del tema, ma ci sono delle differenze.
Anche in questo caso risulta utile prendere in considerazione una sottintesa diteggiatura di D dorico ma dobbiamo subito collegarla ad un arpeggio ascendente di A min.
Ho scelto di eseguire uno slide discendente sulla prima corda appena raggiungo la nota E per tornare indietro alla nota C#.
E’ il modo secondo me più efficace per riprodurre questa difficilissima e fluida sonorità.
Trascrivere Charlie Parker è anche contare e respirare, se pur con concitazione, per raggiungere ritmicamente i punti cardine delle frasi e poterle cucire tecnicamente.
E’ infatti grazie allo sviluppo orizzontale che la mano riesce a riconoscere meglio – forse – gli estremi di questa frase.
Vi consiglio di studiare molto lentamente e riascoltare meglio quanto riusciamo a ricalcare anche i passaggi più minuziosi.
Frasi sintetiche e distensive
Per fortuna, trascrivere Charlie Parker, vuol dire anche poter scoprire delle frasi tipicamente bebop non troppo complicate ma decisamente chiare e distensive. In realtà già nello stesso tema del brano sono presenti. Qui, verso la conclusione del funambolico solo, all’inizio dell’ultima sezione A del brano, troviamo questo esempio.
Possiamo considerarlo come una breve cellula ritmica più che una frase, ma decisamente importante.
Addirittura vi è una semiminima in battere, perfettamente chiara e tenuta.
Vi suggerisco di riprendere questo schema ritmico e riproporlo durante le vostre improvvisazioni sia con un materiale armonico simile che completamente diverso. Il ritmo fa gran parte della frase e, in questo caso, la rende una sorta di potente affermazione che distende il clima dopo passaggi velocissimi e concitati.
Frase interessante sul II V
Qui troviamo un esempio interessante di approccio all’ennesimo II V di Gmin7 e C7.
Parker sembra volere arrivare sugli accordi utilizzando delle note decisamente out-side.
Tra gli accordi Gmin7 e C7 è inoltre mascherata una triade decisamente pungente.
E’ una triade di Ebmin.
Potremmo intenderla in diversi modi:
A) una triade che arbitrariamente serve per suonare outside, scelta appositamente da Parker per creare un attimo di stridore.
B) una triade che serve per alterare momentaneamente un sottinteso D7 che torna su Gmin, come se stessimo utilizzando una parte di superlocria. Onestamente è giustificabile ma forse troppo cervellotico: il tempo qui stringe.
C) La scelta forse più logica: Ebmin come triade estratta della scala minore melodica di Db, ovvero il suo secondo grado, utile per alterare l’accordo di C7 che poi torna dolcemente su una scala discendente di F maggiore che risolve. Parliamo dunque di un modo ancora più evoluto di usare la superlocria di C.
Le ultime battute: analisi
Nelle ultime 4 battute del solo vi sono un paio di elementi da analizzare.
Vi è una quartina di sedicesimi dell’arpeggio di Amin7, chiara sostituzione diatonica per arricchire il F maggiore della sua nona.
Successivamente vi è anche un C# che conferisce un senso di aumentato al F ma è in realtà una probabile nota di approccio per il prossimo arpeggio.
Vi è infatti un arpeggio di Dmin7 sommato alla sonorità di B°: espediente bebop tipico che conferisce anche la settima maggiore A al sound netto del diminuito.
Da incorniciare la bellissima frase ricca di enclosure e cromatismi che inizia sul 4° movimento e prosegue sull’accordo di F maggiore. Bebop puro!
Da notare come le note target della frase siano specialmente C e A, oltre alla mirabile presenza della nona maggiore G.
Paker infine chiude il solo con una frase su D7b9 lasciando spazio al prossimo solista.
A cosa ci serve trascrivere Charlie Parker sulla chitarra?
Se siamo amanti del jazz e non vogliamo lasciare nulla al caso, la trascrizione di Parker è un’ottima pratica. Migliora la nostra tecnica, il nostro ascolto, il modo di configurare le diteggiature sulla chitarra e ci inonda mente e cuore di frammenti di tradizione del jazz.
Abbiamo visto come iniziamo a vedere i due sviluppi tecnici principali sul manico: orizzontale e verticale.
Inoltre ci focalizziamo su veloci e pratiche sostituzioni diatoniche e non ed altri stratagemmi simili.
Da non sottovalutare l’importanza del frammento: raccogliere ed elaborare tantissimi frammenti bebop ci rende padroni di una creatività più pratica e veloce. Per frammento intendo proprio quelle cellule melodiche e ritmiche molto brevi che vengono spesso usate per iniziare o concludere delle frasi.
Trascrivere Charlie Parker aiuta tantissimo anche la nostra resistenza tecnica e migliora la nostra capacità di pacing e controllo anche di pause veloci: insomma, disegnare un solo migliore.
Musicisti e non scienziati!
In conclusione è mio dovere ricordare alcuni aspetti della straordinaria musica bebop che ci arriva dagli anni ’50.
I musicisti di quel periodo hanno lavorato sodo e studiato tanto fino a trovare nuove soluzioni che ancora oggi ammiriamo. La loro musica, complessa e veloce, nasceva dalla volontà di reagire ad un jazz precedente che stentava ad evolversi. Tuttavia è bene ricordare che la strada, le jam sessions, il blues e tanti altri aspetti decisamente terreni sono il substrato principale dell’anima di questi musicisti.
Di conseguenza molto è stato dovuto all’intuizione e a un gigantesco feeling di ciò che facevano.
Nessuno di questi grandi musicisti sarebbe stato consacrato semplicemente mettendo in fila note e frasi difficilissime, magari studiate a tavolino.
C’è un grande sentimento dietro al bebop e, probabilmente, molte speculazioni didattiche - comprese alcune in questo articolo - all’epoca dei fatti non sarebbero affatto state prese in considerazione.
Scrapple From The Apple - Parker Transcription - PDF