Scritto da: Giulio Peretti - Categorie: improvvisazione / styling

John Mayer: improvvisiamo sugli accordi di Gravity

Considerazioni sullo stile di John Mayer, il chitarrista che ha saputo congiungere blues e pop, e qualche idea per improvvisare sugli accordi di Gravity.


John Mayer è un cantautore chitarrista americano che negli anni ha saputo costruire un sound così unico e personale da rendersi riconoscibile immediatamente. Il suo stile è evidentemente condizionato da tre grandi maestri: B.B. King, Jimi Hendrix e Stevie Ray Vaughan su tutti. Mayer è riuscito a metabolizzare la lezione dando vita ad uno stile personale, morbido e profondo. Io ho cominciato ad ascoltarlo una decina di anni fa e non ho più smesso.
Per quel che riguarda la musica pop è sicuramente uno dei miei artisti prediletti. Continuum (2006), Battle Studies (2009) e Paradise Valley (2013) sono i suoi dischi che preferisco, ognuno con al suo interno un universo di sonorità e sfumature molto differenti fra loro.


Un giro sulla ritmica

In questo articolo ho preso in prestito il giro armonico di una delle sue composizioni più celebri, Gravity, per creare una backingtrack su cui spero potrete divertirvi.
Il giro di accordi è molto semplice. Il tempo è un 6/8 piuttosto lento, abbiamo ampio spazio per concentrarci sull’espressività da dare alle note.
Per quel che riguarda l’accompagnamento, nella chart (partitura) non ho specificato nulla di particolare, siete liberi di suonare gli accordi arpeggiandoli, oppure enfatizzando maggiormente il secondo movimento di ogni misura con un colpo secco, a rimarcare il rullante della batteria.
Ecco la struttura con gli accordi.


Due parole sul suono

Per quel che riguarda la chitarra solista, il suono è ottenuto con una chitarra tipo stratocaster con le varie configurazioni dei suoi single coil. A me piacciono molto il pick up al manico e quello centrale. A volte li utilizzo entrambi  per ottenere il tipico suono della Stratocaster.

Per quanto riguarda le scelte  melodiche,  mi sono sicuramente lasciato condizionare dalla linea vocale presente nella canzone originale, estremamente sintetica ma bellissima.
La tonalità è SOL maggiore, quindi faccio largo uso della pentatonica maggiore, con tutti gli espedienti e gli  abbellimenti che mi  permettono di impreziosire e differenziare le varie frasi quando ripetute.
La ripetizione è un elemento molto importante all’interno di una blues song o di un solo. 

Materiale melodico utilizzabile

Le prime otto misure se ne vanno senza particolari problemi rimbalzando dal primo al quarto grado della tonalità di SOL maggiore.  Nella seconda parte dobbiamo solo porre attenzione al Ebmaj7, un accordo preso in prestito della tonalità di SOL minore (interscambio modale).

Cosa vuol dire? Sicuramente ci sarà occasione di parlare più approfonditamente di questo argomento in articoli dedicati. Per il momento vi dico solo che se armonizziamo una scala di SOL maggiore, cioè se costruiamo un accordo su ciascun grado della scala, utilizzando solo le note di quella scala sovrapposte per intervalli di terza, diamo origine a sette accordi,  ma nessuno di questi sarà Ebmaj7. Praticamente in quel momento siamo andati un attimo fuori tonalità. Questo accordo infatti proviene dall’armonizzazione di un’altra scala, quella di SOL minore appunto. Per questo la pentatonica minore di SOL ci calza a pennello. Non che prima non andasse bene, intendiamoci. Avremmo comunque potuto utilizzarla, con le dovute precauzioni, per aggiungere quel blues flavour alla nostra improvvisazione.


Aneddoto, il fuoripista

Mio padre mise me e i miei fratelli sulle piste da sci quando eravamo molto piccoli, attorno ai 4, 5 anni.  Per me che sicuramente ho imparato prima a sciare che a suonare, la pista da sci rappresenta la tonalità, mentre le modulazioni e gli interscambi modali sono un po’ come il fuori pista sulla neve fonda. Non puoi sciare sulla neve fonda così come fai sulla neve battuta. Cambiano impostazione e tecnica, devi spostare il peso e molleggiare molto con le ginocchia, altrimenti ti “pianti” subito.
Il fuori pista aggiunge adrenalina e può  rendere  indimenticabile la discesa. Se però lo prendi sotto gamba o se ci  arrivi troppo forte, può finire anche che torni a casa mezzo rotto (a me è andata sempre abbastanza bene). Per fortuna il rischio di farsi male in musica è decisamente minore, ma se non lo fosse forse saremo costretti a prendere un po’ più sul serio quello che possiamo suonare su un interscambio modale 🙂 .


Conclusioni

Se volete dare alla vostra improvvisazione  un sound morbido ed etereo,  prendetevi il vostro tempo, lasciate spazio alle note. Restate sulla stessa nota  anche a lungo, anche oltre il cambio di misura. Accordi diversi doneranno alla stessa nota una luce diversa, una luce nuova.

Muovetevi su una corda utilizzando gli slide.  All’inizio, siate parsimoniosi nell’utilizzo di bending e vibrati. Una volta che avrete trovato le note giuste, allora decidere come suonarle.

Questa è la backingtrack su cui potete esercitarvi.

Buon lavoro e buon divertimento!

fine
Giulio Peretti -