Questo studio ci aiuta a preparare la mano destra per migliorare il controllo delle singole dita con l’ausilio di uno degli arpeggi chitarristici più semplici e conosciuti.
Un arpeggio molto naturale e spontaneo
La relativa semplicità dell'arpeggio a sestine ci permette di vederlo da varie angolazioni. La formula è p i m a m i. Lo definisco simpaticamente l’arpeggio “andata e ritorno” perché si muove dalle corde basse a quelle alte e viceversa per poi ricominciare da capo. Le dita inoltre sono sempre contigue cioè si passa da un dito a quello immediatamente successivo nella naturale disposizione della mano. Questo tipo di formule essendo così “anatomicamente” predisposte ci permettono per esempio di spingere la velocità ai massimi livelli consentiti. Questa può rappresentare una prima area di studio anche se non necessariamente la più stimolante.
Arpeggio a sestine: esercizi iniziali sulle corde a vuoto
Vediamo da vicino la formula dell'arpeggio a sestine applicata ad una sestina di sedicesimi:
Nell’esempio appena visto eseguo la misura di 4/4 due volte; ma naturalmente si può a piacere ripeterla molte volte con attenzione e in “relax” fino a raggiugere scioltezza, sicurezza e disinvoltura.
Una volta imparata sufficientemente bene la sequenza di dita richiesta possiamo iniziare a cambiare il basso quando la formula ricomincia, secondo il principio di allontanamento e avvicinamento del pollice all’indice. Il pollice cambia corda mentre indice, medio e anulare rimangono rispettivamente sulla terza, seconda e prima corda:
Possiamo però anche spostare le altre dita su un diverso gruppo di corde contigue. Negli esempi A e B il pollice perde la quarta corda mentre nell’esempio C perde sia la quarta che la quinta rimanendogli a disposizione solo la sesta. Nell’esecuzione registrata eseguo due volte ciascuno dei tre esempi:
L’arpeggio a sestine con la formula p i m a m i eseguito su un giro di accordi
A questo punto potete divertirvi ad applicare le varie possibilità ad uno o più accordi a piacere, mescolando o anche ripetendo i vari gruppi di corde. Per “accordi pieni”, come indicato nel titolo, intendo le diteggiature complete della mano sinistra realizzate normalmente su tutte le corde, in alcuni casi anche su cinque o quattro, per eseguire una parte di chitarra ritmica anche in arpeggio. Ovviamente le note premute possono in vari modi mescolarsi alle corde a vuoto. Fatevi, quando e quanto possibile, guidare dall’orecchio e dal gusto per la scelta delle varie combinazioni dei gruppi di corde da suonare come ho provato a fare nel prossimo esempio:
Guardate anche il video di questo esercizio per averne una visione d’insieme.
Variazione degli accenti: alcuni spunti
Apprese le basi, un interessante esercizio è quello di variare gli accenti.
Il campo è molto vasto quindi guardiamo solo due possibilità per cominciare.
La sestina può essere intesa come due gruppi di tre note, 1 2 3/ 1 2 3, oppure come tre gruppi di due note, 1 2/1 2/1 2. La prima soluzione è quella più applicata, soprattutto alla nostra famigerata formula chitarristica p i m a m i, ed è quella più agile e veloce. Un ottimo esempio di questa sequenza, anche se applicato a terzine di crome anziché a sestine di semicrome, è l’accompagnamento di chitarra in What A Wonderful World nella splendida interpretazione di Louis Armstrong del 1967; lo schema ritmico e la diteggiatura rimangono comunque identici a quelli applicati alla sestina. La seconda soluzione è meno spontanea ma utilissima per imparare a controllare la dinamica delle dita e per creare effetti di accenti “fuori posto”.
Nell’audio accluso del prossimo esempio ho marcato evidentemente gli accenti indicati. Ovviamente la quantità di volume da assegnare ad ogni accento include molte variabili che vanno dal gusto personale a caratteristiche specifiche degli stili utilizzati. Quindi ancora una volta fatevi guidare dalla musica utilizzando l’orecchio e non solo le dita e la teoria. I numeri arabi collocati tra pentagramma e TAB non indicano ovviamente la diteggiatura della mano sinistra, essendo gli esercizi sulle corde a vuoto, ma lo schema ritmico di riferimento.
Un brano completo per lo studio dell’arpeggio a sestine
A conclusione della lezione ho composto appositamente uno studio in tonalità di Mi minore contenente l'arpeggio a sestine, che ho intitolato Passatempo, del quale allego il pdf. Notate che la linea del basso realizza una sorta di linea melodica cantabile, quindi in questo caso è il pollice della destra che deve marcare le note con la stanghetta rivolta in giù.
Se volete potete guardare anche il video dove eseguo il brano completo su una chitarra classica.
Buono studio e “passate bene il tempo”!